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Archivi Mensili: luglio 2016

Mongolfiere

26 martedì Lug 2016

Posted by lallachetorna in Uncategorized

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amore, Claudia, mongolfiere

Dal giorno del mio compleanno, momento di massimo dolore fino ad oggi, sono stata un po’ più serena ed ho ritrovato una parvenza di serenità.

Mi ha aiutato tantissimo il confronto con le altre mamme di CiaoLapo. L’ho scritto tante volte: la possibilità di esprimere il dolore liberamente, la sensazione che questo sia finalmente “visto” mi ha come liberata dallo strazio più lacerante.

Adesso sono un po’ in sofferenza perché un fratellino/sorellina per Claudia sembra non voglia arrivare. Ma forse è giusto così. Forse è la vita stessa a dare i tempi idonei per guarire le ferite del corpo e dell’anima.

C’è di buono che sento la mia bimba come presenza accanto a me. Le parlo, le chiedo consiglio, le dico che è birichina. Mi guida, mi consola, mi riempie di messaggi. Mi manda mongolfiere continuamente, nei modi più commoventi e imprevisti.

Ho già scritto dello scambio di doni tra mamme speciali. La mamma a cui ho spedito io, come raccontavo nel precedente post, è la fondatrice di CiaoLapo. Claudia, come la mia Claudia.

Ma non ho scritto della seconda, enorme sorpresa. Mi chiama mia mamma, avvertendomi che è arrivata una busta. Mi faccio dire il nome, capisco che si tratta della mamma speciale a cui io sono stata abbinata.

Incuriosita vado su Facebook e la cerco. Quando vedo la sua immagine di copertina resto senza fiato, le mani e le gambe tremante.  Che foto aveva scelto? Già…proprio una mongolfiera. E, come se non bastasse, nel biglietto che mi ha scritto è attaccato un palloncino. Dentro al palloncino…due mongolfiere a forma di cuore.

Coincidenze? Possibile.

Ma il mio cuore mi dice che la mia Claudia adesso è pura e luminosa energia. Il mio cuore si espande d’amore al pensiero di questa presenza al mio fianco.

Il mio cuore sa che l’essenziale è invisibile agli occhi

 

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Il giorno del mio compleanno

11 lunedì Lug 2016

Posted by lallachetorna in Uncategorized

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Il giorno del mio compleanno inizia con la scoperta dell’arrivo del ciclo, con qualche giorno di anticipo. Una bella sottolineatura che il destino mi manda, giusto per indicare con chiarezza che tipo di percorso sto vivendo.  Una sottolineatura che ha del positivo, perché mi tira definitivamente fuori da quella centrifuga emotiva del sono incinta/non sono incinta.

Incasso la botta e vado avanti. Mio marito mi fa trovare a colazione tre muffin al pistacchio, con incarti coloratissimi. Ci mette sopra una vecchia candelina, sa che non voglio spegnerne di nuove. Non quest’anno.

Vengono poi degli operai per dei lavori in casa. Vado dal parrucchiere per fare il colore ai capelli. Svuoto la mente. Cerco di non pensare. Di far finta che sia un giorno come tutti gli altri. Non posso permettermi di misurare la distanza tra ciò che è e ciò che sarebbe dovuto/potuto essere. Ho persino nascosto la data del compleanno su fb, in modo tale che nessuno si accorga del compleanno.

A pranzo vado da mia mamma, assieme ad A. Si è preso la giornata libera per stare con me. Finiamo di mangiare e mia madre tira fuori una torta gelato con le candeline sopra. Faccio uno sforzo enorme per non scoppiare in lacrime. Mio padre mi scatta una foto. L’ho guardata e ho ritrovato nei miei occhi struggimento e malinconia. Mio marito mi è accanto, mi stringe la mano. Sorride. Ma anche i suoi occhi sono tristi.

Torno a casa, stremata, e mi metto a letto. Mi addormento. Sogno. Sono nella mia vita “altra”. La culla è accanto al mio letto. La casa frizza di vita. Ci sono biberon e sterilizzatori. E io chiamo Claudia. La chiamo e la richiamo. Mi rendo conto che sono sveglia, che sto piangendo e continuo a chiamarla disperatamente.

Claudia, bambina mia. Claudia. Mio picciolo enigma luminoso. Dovei sei, Claudia. Dimmi che mi sei accanto.

Apro gli occhi e vedo in televisione delle mongolfiere.

Le mongolfiere. Il tema di casa nostra. Ci sono ovunque. In cucina, in camera da letto. Le amiamo.

Allora la mia mente e il mio cuore hanno un sussulto e si aggrappano, entrambe e contemporaneamente, ad una speranza. Forse è la mia bambina che mi manda una mongolfiera per consolarmi? Cerca di comunicarmi qualcosa?

Da quel momento, ogni giorno, trovo/vedo mongolfiere.

Mi rimetto in piedi e mi preparo per un giro di shopping. Lo faccio soprattutto per uscire di casa ed evitare visite di suocera e cognata. Non potrei farcela.

Giro a vuoto per i negozi. Capisco che sto per crollare definitivamente. Chiedo ad A. di andare. Appena salgo in macchina le lacrime scorrono come un fiume in piena, senza controllo. A. entra in frustrazione e diventa lievemente aggressivo nelle sue parole. Mi dice di smetterla, che devo ricordare di quanto nella vita sono stata e sono fortunata. Che esistono cose peggiori, bambini gravemente malati, lutti atroci. Gli dico che lo so perfettamente, che lo ripeto a me stessa come un mantra dalla mattina. Ma che adesso ho bisogno disperato di piangere. Il dolore tracima e non posso più contenerlo.

Arrivo a casa. Non voglio cenare. Mi sale la febbre. Vado a letto. Accendo il telefono, spento dalla mattina per non sentire nessuno. Guardo wahtsapp e leggo i messaggi delle mie amiche di CiaoLapo.  Mi scrivono che la mia bambina oggi si è data da fare per farmi una sorpresa, per farsi sentire vicina. Alludono a qualcosa di bello e sono sorprese e felici per me. Intuisco. Capisco. Resto senza fiato.

Hanno organizzato uno scambio di regali tra mamme speciali, come quelli che si fanno a Natale, a cui ho aderito anche io. Si manda un regalo ad una mamma che viene assegnata con un sorteggio, in modo casuale. E che non sa chi manda il regalo finchè non lo riceve.  Io non so ancora da chi riceverò il regalo.

Ma so a chi devo mandarlo.

Le organizzatrici mi hanno detto che al primo sorteggio, tra 200 partecipanti, sono uscita io stessa. Me abbinata con me. Prima sorpresa

Ripetono il sorteggio. Estraggono il bigliettino. Seconda sorpresa.

Il mio regalo andrà alla fondatrice di CiaoLapo. Alla persona che mi ha aiutato a capire come ritrovare il corpicino di Claudia. Che mi ha salvato dal senso di colpa più atroce. Che, per prima, non mi ha più fatto sentire sola. Che mi ha permesso di avere accanto le anime belle con cui condivido questo viaggio.

Ma non è finita qui. Questa donna straordinaria ha un nome speciale.

Si chiama Claudia.

 

 

 

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